ARTE IN BOCCA 2022

Nell’esaltante mandato di provocare emozioni, Arte e Cibo sono complementari.
Se l’opera d’Arte è generalmente percepita solo dai sensi – udito, vista, tatto –
che sono in grado di decodificare suoni, immagini, forme tridimensionali, il
gusto e l’olfatto riacquistano dignità percettiva quando esplorano l’immaginario
applicato alla cucina, con il risultato che tradizionali regole sono travolte da
un’anarchica genialità. Da questo risulta palese che Arte e Cucina occupano
l’intero spettro sensoriale dell’attività creativa. D’altro canto il Cibo non è solo
un mezzo essenziale per la sopravvivenza, ma è anche fonte di sapido benessere.
Le potenzialità sinestetiche producono suggestive convergenze dei sensi:
l’immagine di un piatto può evocarne il profumo o il gusto, ma un profumo può
riesumare un frammento di vita. Come la lettura di un’opera d’Arte non è
oggettiva, così è soggettivo l’apprezzamento del Cibo, che tuttavia ha un
carattere effimero, perché la fruizione in questo caso, diversamente dalle opere
d’Arte, richiede la digestione, l’assimilazione, insomma la distruzione
dell’oggetto di piacere. Alcune correnti contemporanee descrivendo la
precarietà del degrado di tutto ciò che ci circonda, concepiscono opere di cui nel
tempo rimane solo l’idea. Ma rivive una fatale ciclicità, perché è l’idea che
genera Cibo e Arte, e ne assimila le sorti.
Roberto Rapaccini